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[Varianti del carattere - Weights type]

Con il termine variante tipografica si indica l’alfabeto base i cui componenti presentano una linea comune nel tratto, la stessa altezza e la stessa grossezza. I gruppi di variabili con forti somiglianze fra loro sono chiamati famiglie di varianti e contengono, di solito, i singoli componenti elencati per forma (tondo o corsivo), per grossezza (chiaro o nero) e per proporzione (largo o stretto).

[varianti di forma] varianti di forma (tondo o corsivo)

[varianti di grossezza* varianti di grossezza

[varianti di proporzione] varianti di proporzione

Il disegno di un carattere corsivo, però, è completamente diverso da quello del tondo corrispondente, soprattutto per gli alfabeti graziati. Quindi bisogna stare attenti a non usare un corsivo artificiale, inclinazione del tondo, (cosa che avviene di frequente) a chi non sa, o non vuole, utilizzare bene i programmi di Dtp. Questo errore è più frequente negli utilizzatori del Mac rispetto a quelli che lavorano sotto Windows, in quanto ad essi non corrispondono le icone bold e italic nell’utilizzo della corrispondente variante del carattere a meno che non sia stata caricata nel sistema e nella stampante PostScript).

Le varianti sono molteplici, soprattutto nei caratteri lineari (come: Arial, Franklin Gothic, Futura, Gill Sans, Helvetica, News Gothic e Univers), e ognuna ha una propria personalità che influisce sul testo prodotto, dandogli o meno un tono, un maggiore impatto, evidenziandone certe parti, creando varietà di stili o contrasti e attirando opportunatamente l’attenzione del lettore nella lettura.
Perché utilizzare le famiglie di varianti? Le varianti riunite in una famiglia sono destinate ad essere usate insieme, combinate in modo da creare effetti di contrasto o di impatto secondo l’esigenze del testo da comporre. Di norma, in un testo, si scrivono in corsivo: le parole o frasi da porre in particolare risalto; i vocaboli o modi stranieri che non abbiano valore di citazione; i titoli di opere (salvo quelle che facciano parte di un testo il cui titolo è già citato in corsivo); le citazioni di versi fatti di seguito nel testo; le parole straniere non di uso corrente. Sempre in corsivo si possono comporre le didascalie.
Il nero o grassetto, in un testo, può essere utilizzato per dare forte rilievo ad una o più parole; più sovente si utilizza per titolini da interporre nei testi. L’uso del corsivo, del nero e di altre grossezze e proporzioni deve essere fatto con molta attenzione per non rendere la leggibilità critica.
Gli elementi che permettono di distinguere una famiglia di varianti da un’altra sono la linea e la proporzione.
Data la presenza massiccia delle minuscole, è la dimensione di queste che influisce di più sull’aspetto della variante. Abitualmente è meglio utilizzare le variabili dello stesso carattere che utilizzarne di diversi nello stesso contesto.

 


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