La
tipometria è la disciplina, intrinseca al lettering, che regola
le dimensioni di grossezza e proporzione,
la forma, le varianti,
linterlineatura, la spaziatura
e la crenatura del carattere tipografico e della
sua composizione.
Il
Corpo
La definizione esatta dellaltezza totale del carattere,
compresa fra la spalla superiore e la spalla inferiore, è il corpo
che viene misurato in punti tipografici (Didot
per il sistema europeo; Pica per quello anglosassone). I due sistemi
di misura sono basati sullunità di misura di un punto tipografico,
che corrisponde per il Didot a mm. 0,376, e per il Pica a mm. 0;351; pertanto
il secondo è leggermente più piccolo del primo. Questultimo
sistema è utilizzato in tutti i sistemi di DTP, alcuni ne comprendono
ambedue. Questo valore è, sempre tipograficamente, la dimensione
costante di tutto lalfabeto. Dodici punti tipografici, di ambedue
i sistemi, costituiscono la riga tipografica
chiamata Cicero nel sistema Didot e riga
Pica nel sistema Pica.
Scelta
della dimensione
Nella composizione tipografica esistono i corpi che si
utilizzano più spesso di altri, e sono i seguenti: 6, 8, 9, 10,
12, 14, 18, 24, 30, 42, 48, 54, 60 e 72. I corpi superiori ai 72 punti
vengono usati per titoli speciali o per diciture a tutta pagina di grande
dimensione.
Fra i corpi più grandi, quelli più utilizzati sono: 98,
120, 128 e 144.
Come regola generale bisogna scegliere il corpo in base al tipo di lavoro
nel modo seguente:
Oltre al carattere
e al corpo esistono altri elementi importanti che influiscono sullaspetto
generale di un testo composto o, come si dice, sulla sua qualità
tipografica, e cioè la giustezza,
linterlineatura e la spaziatura.
La
Giustezza
La giustezza è la larghezza della colonna di testo
e si misura in righe tipografiche o in centimetri.
In tipometria la giustezza si identifica con la lettera «G.»,
per la misura in righe tipografiche , e «G cm» per la misurazione
metrico-decimale (esempio: G.12, G.20, G.cm 5, ecc.).
La giustezza stabilisce la lunghezza massima delle righe tipografiche.
Ciò non vuol dire che la riga di testo debba essere lunga come
la giustezza, cosa che si verifica solo nella composizione a blocchetto;
la riga può essere di differente lunghezza, stabilendo appunto,
per la giustezza il massimo della lunghezza delle righe sulla quale è
centrato o allineato, a sinistra o a destra, il testo.
La sproporzione fra un corpo del carattere e la lunghezza delle linee
può nuocere alla leggibilità, nel senso che, se il corpo
è troppo grande leffetto risulterà sgradevole, mentre
se è troppo piccolo renderà faticosa la lettura. Poiché
locchio legge per gruppi di parole anziché per parole singole,
il loro numero sulla riga è molto importante.
Per una corretta giustezza, bisogna ricordare che:
I caratteri con grazie
danno i migliori risultati con 9-12 parole per riga.
I caratteri senza
grazie hanno bisogno di righe da 7 a 10 parole.
I caratteri con occhio
grande accettano righe più lunghe, mentre quelli con locchio
piccolo impongono meno parole per riga.
Il numero di parole
contenute in una riga può essere modificato aumentando o diminuendo
il corpo, cambiando carattere o modificando la giustezza.
La lunghezza di una
linea di testo dovrebbe contenere circa da 1 a 2 volte le lettere dellalfabeto
minuscolo di un carattere tondo, neretto, normale.
Quando si fosse costretti
a lavorare su giustezze più lunghe bisognerà aumentare lo
spazio interlineare (vedi interlinea) ed
evitare confusione ed inciampi nel passaggio della lettura da una linea
a quella sottostante
LInterlinea
Linterlinea
è lo spazio
inserito fra due righe di testo per favorire il movimento dellocchio
dalluna allaltra; si calcola in punti o righe tipografiche
prendendo come riferimento le linee di base
(baseline) delle righe di testo.
In tipometria
linterlinea si identifica con il secondo valore numerico dopo lindicazione
del corpo «C. n°/n°» (esempio: C. 9/9 indica che il
testo è in corpo 9 e le righe hanno la stessa interlinea del corpo;
C. 9/10 indica invece che il testo è sempre in corpo 9 ma le righe
sono interlineate di un punto, cioè utilizzano linterlinea
del corpo 10).
Anteponendo la leggibilità si noterà come un testo composto
con un certo carattere in corpo 8 con 2 punti di interlineatura non solo
sia più leggibile ma renda più piacevole linsieme
della pagina se messo a confronto con una pagina senza interlineatura.
Questo non costituisce una regola fissa, poiché è in relazione
al carattere e al formato della pagina.
Aumentando linterlineatura in modo eccessivo (3 punti) si crea una
forte orizzontabilità nella pagina, che, solo in casi particolari,
può costituire un fatto positivo. Una maggiore interlineatura è
consentita alla grande giustezza, mentre la giustezza inferiore non sopporta
spazi eccessivi fra le righe.
Linverso dellinterlineatura è la sterlineatura
(spazio in meno fra le righe di testo) e deve essere usata con le righe
corte (5-6 parole), nei testi e titoli in maiuscolo, con i caratteri con
occhio piccolo e con quelli chiari e dalle aste sottili; negli elenchi
e negli indici.
Quando un testo sterlineato risulta ben leggibile, non stanca la vista
e il quadro della pagina è ben compatto, ci si trova di fronte ad un carattere
davvero ben disegnato.
Nel fissare linterlinea durante la composizione tipografica, bisogna
ricordare che:
Come regola generale,
lo spazio fra due righe deve essere il 120% del corpo utilizzato. Se,
ad esempio, si usa il corpo 10, si sceglierà uninterlinea
12.
Linterlineatura
va aumentata con le righe lunghe (12-15 o più parole), con i caratteri
con occhio grande, con grossezze elevate (caratteri neri e nerissimi)
e quando i caratteri si toccano con gli ascendenti, i discendenti o gli
accenti. Nel
paragrafo precedente, è stato detto che lo spazio ottimale fra due
righe è quello corrispondente al 120% del corpo utilizzato (C. 9/10.8,
C. 10/12, C. 11/13.2, ecc.). Questo vale per blocchi di carattere con lo
stesso corpo. Se non si modifica linterlineatura quando si usano corpi
diversi, i caratteri possono sovrapporsi parzialmente. Ecco una regola generale
da seguire nella composizione per evitare antiestetiche sovrapposizioni
e per ottenere un buon equilibrio fra righe di caratteri e righe bianche.
Prendere 1/3 del corpo della prima riga e aggiungere i 2/3 del corpo della
seconda. Passando, ad esempio, da una riga in corpo 18 a una in corpo 36,
linterlineatura sarà di 30 punti. La
Spaziatura
Fra lettera e lettera solo una buona spaziatura
può fare sì che una parola risulti otticamente perfetta,
cioè piacevole allocchio, e ne aumenti la leggibilità,
cioè raggiunga meglio lo scopo per cui la parola è stata
stampata.
Certamente riconoscere la relazione che intercorre fra gli spazi delle
lettere, che compongono una parola, dipende dal saper «vedere»
e giudicare tale spazio con gli occhi. Inoltre una buona disposizione
di tali spazi è fondamentalmente regolata dallo spazio bianco che
verrà a formarsi tra lettera e lettera e perciò il suo valore
dipende dalla sagoma della lettera stessa. Non solo, ma una buona spaziatura
fra le lettere è il risultato della composizione armonica fra la
forma di ciascuna lettera e gli spazi bianchi che vengono a delinearsi
internamente ed esternamente alla lettera stessa, in modo che ne risulti
una piacevole sensazione visiva.
Le lettere di una parola devono risultare visualmente collegate per mezzo
di un appropriato accostamento. Dove infatti le lettere si avvicinano,
si crea una tensione visiva, poiché locchio è obbligato
nella lettura a seguire un determinato movimento. |